Dottor Ink è sicuramente uno dei franchising di successo del 2019, ad esempio nel solo mese di Gennaio ha già ricevuto oltre 300 richieste di informazioni e inaugurato 4 nuovi punti vendita a Roma, L’Aquila, Montesilvano, Cittanova.
Perché Dottor Ink è considerato un Franchising di successo 2019? La risposta è molto semplice, siamo sul mercato dal 2006 e soprattutto in ogni punto vendita offriamo servizi a 360 gradi nel campo dell’Office.
Con Dottor Ink hai la possibilità di aprire tante attività in un unica soluzione.
In altre parole in un punto vendita in franchising Dottor ink puoi offrire i seguenti servizi:
Con noi puoi fare tutto questo in un unico punto vendita
Ma non è solo per questi motivi che siamo uno dei franchising di successo 2019.
Siamo Distributori ufficiali di marchi leader dei propri settori come ad esempio:
Bic, Panini, Nexive, Ram & Rent, Print & Colors, DIpay, Idea Energia, Canon, HP, Xerox, Ricoh e questi sono solo alcuni dei marchi con i quali abbiamo contratti di distribuzione ma soprattutto con alcuni abbiamo anche contratti di esclusività.
Al momento abbiamo 5 siti e-commerce che vendono on-line e sono a completa disposizione dei nostri affiliati pertanto un cliente può effettuare un ordine e ritirarlo presso il punto vendita di zona.
Diamo un area di esclusiva, in altre parole garantiamo che in quell’area non verrà mai aperto un altro punto vendita Dottor Ink.
Crediamo molto nella pubblicità, pertanto nel 2019 abbiamo siglato un contratto con il nuovo testimonial pubblicitario, il comico Marco Capretti fino al 2023.
Inoltre siamo sempre al passo con i tempi, alla continua scoperta di nuovi servizi e prodotti da offrire a tutti i nostri clienti.
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https://dottorink.it/wp-content/uploads/2019/02/Immagine1.jpg17002748paolohttps://dottorink.it/wp-content/uploads/2020/02/logo-dottorink-rigenerazione-toner-e-cartucce-300x88.pngpaolo2019-02-16 10:16:172019-03-18 23:07:05Franchising di successo 2019
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La stampante a getto d’inchiostro aiuta il progresso medico
I ricercatori hanno sviluppato un “lab-on-a-chip” utilizzando una stampante a getto d’inchiostro, che affinerà la “diagnostica medica”.
La ricerca è stata effettuata presso la Stanford University Medical Centre, con la squadra guidata da Rahi Esfandyarpour, che ha pubblicato la carta negli Atti della National Academy of Sciences
Esfandyarpour ha commentato: “Una diagnosi precoce delle malattie è una delle più grandi opportunità che abbiamo per lo sviluppo di trattamenti efficaci. Forse 1 dollaro negli Stati Uniti non conta molto, ma da qualche parte nel mondo in via di sviluppo, sono un sacco di soldi. ”
La nuova tecnica avrà un costo inferiore al centesimo di dollaro per fare, e che avanzerà “capacità di micro-potere”, come i “sensori alimentati da essa hanno creato un campo di ingegneria che spinge i limiti”.
Il chip permette agli utenti di “analizzare i diversi tipi di cellule” senza la necessità di utilizzare “etichette fluorescenti o magnetici” che normalmente tracciano le cellule. Questo viene fatto combinando “microfluidica, elettronica ed inchiostro”, con la prima parte del chip contenente una “camera in silicone di pulizia microfluidica” per le cellule e “una striscia elettronica riutilizzabile”.
La stampante a getto d’inchiostro viene utilizzata nella seconda parte del processo. stampare la striscia elettronica su “un foglio flessibile di poliestere”, la stampante utilizza “inchiostro con nanoparticelle conduttive”, che è facilmente disponibile sul mercato. Questa tecnologia è molto più economica di quelli esistenti, ed è più precisa, più veloce e può “catturare una singola cellula tra tante altre cellule rare”. Di solito le macchine che fanno questo, le macchine cytomer, costano fino a € 100.000,
Il team ha sviluppato il dispositivo per l’utilizzo nei paesi in via di sviluppo che non hanno accesso ad una tecnologia costosa per la diagnosi medica, e questo aiuterà il a riconoscere “la sequenza tumorale nel DNA” e di altre malattie. Ci vogliono 30 minuti per realizzare il chip ed elimina la necessità di strutture cliniche.
https://dottorink.it/wp-content/uploads/2020/02/logo-dottorink-rigenerazione-toner-e-cartucce-300x88.png00paolohttps://dottorink.it/wp-content/uploads/2020/02/logo-dottorink-rigenerazione-toner-e-cartucce-300x88.pngpaolo2017-02-11 10:27:132017-02-11 10:27:1311 Febbraio 2017 - La stampante inkjet in aiuto della medicina
La guardia di finanza di Piove di Sacco dopo accurate indagini ha individuato della provincia di Padova, precisamente a Comune di Conselve un negozio specializzato nella distribuzione on-line di “cartucce” per stampanti, dedito anche alla vendita di toner originali, denunciando il titolare dell’impresa per commercio di prodotti con segni falsi e ricettazione.
I finanzieri hanno effettuato una perquisizione nei locali di un’azienda di Conselve, per verificare, con l’ausilio di un consulente tecnico, la genuinità degli articoli posti in vendita. A conclusione delle ricerche sono stati sequestrati più di 1.300 toner per stampanti, per un valore stimato di circa 100mila euro, i quali sono stati contraffatti con il brand di una multinazionale leader nel settore dell’informatica.
https://dottorink.it/wp-content/uploads/2020/02/logo-dottorink-rigenerazione-toner-e-cartucce-300x88.png00paolohttps://dottorink.it/wp-content/uploads/2020/02/logo-dottorink-rigenerazione-toner-e-cartucce-300x88.pngpaolo2017-01-13 17:07:212017-01-13 17:09:1213 gennaio 2017 - Sequestrati toner falsi in provincia di Padova
Le imprese cinesi nascondono sostanze chimiche nelle cartucce
Sono stati ritrovati tracce di Carfentanil (analogo sintetico del popolare oppioide analgesico fentanil, ed è uno dei più potenti oppiacei noto. Ha una potenza di circa 10.000 volte quella della morfina e 100 volte quella dell’eroina )
Le cartucce sono state esportate negli Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Francia, Germania, Belgio e Australia.
L’indagine è stata avviata dalle autorità canadesi, dove la Royal Canadian Mounted Police ha sequestrato delle cartucce contenenti Carfentanil importate dalla Cina
La CBC ha riportato sul suo sito un’indagine da parte della Associated Press (AP), che ha ritrovato il “potente chimico”, esportato da aziende cinesi alle nazioni occidentali.
Il farmaco sembra essere “l’ultima piaga in un’epidemia di abuso di oppioidi che ha ucciso decine di migliaia di persone nei soli Stati Uniti”
La sostanza chimica non è una sostanza controllata in Cina “nonostante i pericoli”, ed in cina è un prodotto legalmente venduto . Il governo degli Stati Uniti sta premendo perché questa sostanza venga inserita nella lista nera.
Le autorità canadesi hanno sequestrato un chilo di queste sostanze nascosto in una scatola con l’etichetta “accessori per stampante” che conteneva “50 milioni di dosi letali”, sufficienti per spazzare via l’intera popolazione, e la droga era nascosta dentro luminose cartucce blu etichettati come “toner” per le stampanti HP LaserJet .
Bisogna sapere che il Carfentanil è 100 volte più forte dell’eroina.
Solo le nostre cartucce rendono le vostre foto cosi belle
Dottor Ink utilizza solo prodotti certificati e garantiti a vita per qualità e durata pari all’originale.
Dottor Ink è la vera alternativa agli originali, tutti i nostri toner vengono rigenerati da vuoti originali (OEM) e sostituiti in tutte le sue parti usurate.
Il processo di rigenerazione aiuta l’ambiente, il riciclo è importante per noi e per chi verrà dopo di noi
https://dottorink.it/wp-content/uploads/2016/07/solo-le-nostre-cartucce-rendono-le-vostre-foto-cosi-belle.jpg35142491paolohttps://dottorink.it/wp-content/uploads/2020/02/logo-dottorink-rigenerazione-toner-e-cartucce-300x88.pngpaolo2016-07-19 09:20:122016-07-19 09:21:45Dottor Ink - Solo le nostre cartucce rendono le vostre foto cosi belle
La bellezza del colore per le stampe del tuo ufficio
Hai un ufficio o una stampante laser e vuoi che le tue stampe siano stupende come quando stampi con i toner Originali?
Vuoi risparmiare rispettando l’ambiente e la tua salute?
Allora Dottor Ink fa al caso tuo….
I toner Dottor Ink vengono rigenerati in Italia con le migliori polveri del settore, i suoi colori sono nitidi e lucenti.
Per offrire una stampa perfetta, oltre alla polvere di qualità viene sostituito anche il Tamburo ( Drum ) di stampa (ove possibile).
La polvere toner è certificata e di classe A+, per questo motivo tutti i nostri prodotti sono garantiti a VITA per durata e qualità pari all’originale.
Con i Prodotti Dottor Ink può risparmiare fino all’80% del prezzo dell’originale senza perdere qualità di stampa.
https://dottorink.it/wp-content/uploads/2016/07/la-bellezza-del-colore-per-le-stampe-del-tuo-ufficio.jpg35092489paolohttps://dottorink.it/wp-content/uploads/2020/02/logo-dottorink-rigenerazione-toner-e-cartucce-300x88.pngpaolo2016-07-18 23:25:142016-07-18 23:25:43Dottor Ink - La bellezza del colore per le stampe del tuo ufficio
Molte persone si fanno questa domanda, ” i toner sono dannosi per la mia salute?”
Partiamo dal concetto che non esiste al momento un toner 100% salutare.
Esistono toner ( originali oppure rigenerati da veri artigiani del settore ) che vengono prodotti secondo le leggi vigenti e con materia prima certificata.
Esistono toner ( compatibili ) principalmente importati dai paesi asiatici che non rispettano nessuna regola e non utilizzato materiale certificato e non è neanche possibile risalire alla loro composizione.
I toner utilizzano nanoparticelle di polvere che in parte si fissano sul foglio di carta e in parte si liberano nell’aria.
di seguito riportiamo uno studio effettuata da SUVA – sezione medicina del lavoro su alcuni toner certificati:
Stampanti laser, fotocopiatrici e toner: pericoli per la salute
2.1 Misure generali per la normale attività d’ufficio
2.2 Misure in caso di forte esposizione alla polvere di toner
2.3 Provvedimenti da adottare in caso di disturbi
3. Commento
3.1 Emissioni causate da stampanti laser e fotocopiatrici
3.2 Caratteristiche delle emissioni
3.3 Conseguenze per la salute
3.4 Conclusioni
4. Bibliografia
1. Sunto
Le emissioni delle stampanti con tecnologia laser e delle fotocopiatrici sono di norma ampiamente al di sotto dei valori limite prescritti; il rischio di un danno acuto alla salute è pertanto trascurabile. Ciononostante possono presentarsi disturbi nei soggetti con mucose ipersensibili nelle vie respiratorie superiori e inferiori. In genere, le reazioni di ipersensibilità non specifiche dovute agli effetti irritativi di queste emissioni possono essere evitate migliorando l’igiene del posto di lavoro. Soltanto in casi rari sono state documentate delle vere e proprie allergie al toner. Gli studi epidemiologici non hanno stabilito relazioni causali certe fra queste emissioni e le malattie croniche dell’apparato respiratorio, le malattie polmonari interstiziali o il tumore ai polmoni. A titolo preventivo, la Suva consiglia delle misure di protezione generali per ridurre il rischio di esposizione alle polveri di toner e alle particelle ultrafini nonché delle misure specifiche per contrastare gli effetti di un’elevata esposizione, ad esempio in caso di guasto dell’apparecchiatura o durante le operazioni di manutenzione e riparazione. Per i lavoratori che manifestano disturbi di origine professionale sono consigliabili degli accertamenti. Un’alternativa alle stampanti laser è costituita dalle stampanti a getto d’inchiostro che, secondo le analisi preliminari svolte, evidenziano un basso tasso di emissioni. Al momento dell’acquisto di una stampante si consiglia in ogni caso di controllare che il dispositivo non produca sostanze nocive.
2. Raccomandazioni della Suva
2.1 Misure generali per la normale attività d’ufficio
– Attenersi scrupolosamente alle istruzioni riportate nel manuale d’uso
– Collocare gli apparecchi in un locale ampio e ben ventilato
– Installare le apparecchiature di elevata potenza in un locale separato e installare un impianto di aspirazione locale
– Non direzionare le bocchette di scarico dell’aria verso le persone
– Eseguire regolarmente la manutenzione delle apparecchiature
– Optare per sistemi di toner chiusi
– Sostituire le cartucce del toner secondo le indicazioni del produttore e non forzare l’apertura
– Rimuovere con un panno umido le tracce di toner; lavare con acqua e sapone le parti di pelle sporche di toner; in caso di contatto con gli occhi, lavare con acqua per 15 minuti; in caso di contatto con la bocca, sciacquare abbondantemente con acqua fredda. Non utilizzare acqua calda o bollente, altrimenti il toner diventa appiccicoso
– Eliminare con molta cautela i fogli inceppati per non sollevare polvere
– Utilizzare guanti monouso per ricaricare il toner liquido o in polvere.
2.2 Misure in caso di forte esposizione alla polvere di toner (guasti, manutenzione e riparazione)
Quando si sostituiscono le cartucce di stampa o si eseguono la pulizia e la manutenzione degli apparecchi, possono verificarsi delle brevi emissioni di polvere di toner. Le persone che svolgono frequentemente queste attività sono maggiormente esposte. Devono pertanto adottare adeguate precauzioni per ridurre il rischio di inalazione. Le misure principali sono le seguenti:
– pulire gli apparecchi con un aspiratore certificato, non usare getti d’aria, evitare di soffiare nell’apparecchio
– qualora si tema una notevole emissione di polveri, garantire una buona ventilazione; utilizzare un respiratore antipolvere con livello di protezione FFP2 e cambiarlo regolarmente dopo un periodo di poche ore se diventa umido, si danneggia o viene direttamente a contatto con la polvere di toner; indossare gli occhiali di protezione
– una volta terminata la manutenzione, pulire con un panno umido la zona attorno all’apparecchio
– indossare guanti di protezione adeguati, tenendo conto anche del tipo di detergente utilizzato.
2.3 Provvedimenti da adottare in caso di disturbi
Se i dipendenti accusano dei disturbi correlati all’ambiente di lavoro, devono essere presi sul serio. In caso di malesseri, è necessario valutare e applicare dei provvedimenti per migliorare l’igiene dell’ambiente di lavoro, prendendo eventualmente in considerazione la possibilità di sostituire la stampante laser con una più moderna a getto d’inchiostro. Solitamente, i malesseri scompaiono o comunque si ottiene un significativo miglioramento della situazione. Se, tuttavia, i disturbi persistono anche dopo aver migliorato le condizioni di lavoro, è necessario svolgere indagini più approfondite. Se sussiste il fondato sospetto di una malattia professionale, occorre effettuare la notifica all’assicuratore LAINF competente. Per maggiori informazioni –
3. Commento
3.1 Emissioni causate da stampanti laser e fotocopiatrici
Le stampanti laser e le fotocopiatrici possono emettere piccole quantità di polvere, composti organici volatili (COV) e ozono. Grazie al progresso tecnologico (sistema di trasferimento con rulli), in molti apparecchi moderni le emissioni di ozono sono state ridotte quasi a zero.
Per quanto riguarda le polveri, queste possono essere sia di carta che di toner, anche se la percentuale delle polveri di carta è di gran lunga maggiore. I toner sono costituiti da piccolissime particelle di materia termoplastica (copolimeri stirolo-acrilici, nelle stampanti ad alto rendimento anche poliestere), che si fissano sulla carta per fusione. Come pigmento colorante, nei toner neri si utilizza il nerofumo (carbon black o nerofumo per uso industriale) o l’ossido di ferro, mentre nei toner di altri colori si ricorre a dei pigmenti organici. L’analisi della composizione chimica dei toner disponibili in commercio, eseguita con diverse tecniche, ha rivelato che oltre al carbonio, al ferro e al rame sono presenti anche piccole percentuali di diversi altri elementi. Si tratta essenzialmente di tracce (quantità dell’ordine delle ppm) di titanio, cobalto, nichel, cromo, zinco, stronzio, zirconio, cadmio, stagno, tellurio, tungsteno, tantalio e piombo.
Oltre a questi componenti principali, i toner contengono diversi coadiuvanti come cera, acido silicico (diossido di silicio amorfo come antiagglomerante) e, in parte, anche piccole quantità di sali metallici per controllare le proprietà elettromagnetiche. Il diametro delle particelle di toner è di 2-10 ?m.
Studi recenti hanno dimostrato che le stampanti possono emettere particelle ultrafini di sostanze organiche volatili, le quali si originano nell’unità di fissaggio. In un rapporto intitolato “Measurement and characterization of UFP emissions from hardcopy devices in operation”, l’istituto Fraunhofer Wilhelm-Klauditz (WKI) afferma che, con elevata probabilità, le particelle ultrafini si formano durante il processo di stampa per effetto della temperatura e della nucleazione omogenea dei composti organici semivolatili (SVOC). Sia regolazione della temperatura che le caratteristiche chimiche dell’unità di fusione sembrano giocare un ruolo importante per la formazione delle particelle ultrafini. Queste ultime sono volatili alle alte temperature; l’istituto Fraunhofer WKI non ha trovato elementi per ritenere che si tratti di particelle solide come il carbon black o i metalli. La quantità di particelle ultrafini dipende anche dalla quantità di carta stampata. In un’analisi dell’Università RWTH di Aquisgrana (Brand P. et al.), le dimensioni delle particelle erano di 20 – 30 nm. I risultati suggeriscono che il riscaldamento del toner nell’unità di fissaggio della stampante provoca l’evaporazione di alcuni componenti del materiale, i quali si condensano in particelle aerosol. Secondo uno studio svolto da Fiedler et al., le concentrazioni di particelle nell’aria ambiente degli uffici durante e dopo il processo di stampa sono piuttosto esigue rispetto all’aria esterna. Anche la Queensland University of Technology ha svolto vari studi scientifici sulle emissioni delle stampanti laser. I ricercatori hanno constatato, fra le altre cose, che il rilascio di particelle ultrafini varia notevolmente da una stampante all’altra. –
I COV possono derivare dalla fusione del toner, ma anche dal riscaldamento della carta. Essi sono ad esempio lo stirolo, il toluolo, l’etilbenzolo, lo xilolo, i fenoli, le aldeidi e i chetoni. Soprattutto negli apparecchi più datati è stata accertata la presenza di benzolo.
Le analisi finora condotte sulle stampanti a getto d’inchiostro sono relativamente poche rispetto a quelle disponibili sulle stampanti laser. Queste ultime hanno infatti trovato più spesso impiego nei lavori d’ufficio perché più veloci. Nel frattempo, tuttavia, sono state sviluppate stampanti a getto d’inchiostro ad alta velocità che stampano a una frequenza e una qualità superiori. L’IFA, l’Istituto tedesco per la sicurezza sul lavoro dell’assicurazione infortuni, ha analizzato tre stampanti di questo tipo (Georg et al., 2015). Come previsto, le stampanti non hanno emesso ozono dal momento che la tecnologia a getto d’inchiostro opera a temperature più basse rispetto alla tecnologia laser. La concentrazione di particelle rilevata (50-330 particelle/cm3 ) si è attestata a un livello molto basso; inoltre, il risultato della somma dei composti organici volatili e molto volatili è stato inferiore al valore totale richiesto dal certificato di ecocompatibilità «Blauer Engel» assegnato a stampanti a emissioni particolarmente basse. Questi risultati sono naturalmente soltanto provvisori e vanno avvalorati da ulteriori analisi.
3.2 Caratteristiche delle emissioni
Tossicità sugli animali
Le analisi sulla tossicità dei toner effettuate attraverso sperimentazioni sugli animali dimostrano che questi prodotti devono essere classificati nella categoria delle polveri granulari biopersistenti senza sostanziale tossicità specifica conosciuta (granular bioresistent particles, GBP). La polvere di toner contiene particelle in grado di penetrare negli alveoli. Durante il funzionamento delle stampati è stata rilevata anche la presenza di aerosol di dimensioni inferiori ai <100 nm (particelle ultrafini).
Alcuni esperimenti sugli animali hanno rivelato che, nei topi, l’instillazione diretta di particelle di toner può provocare delle reazioni infiammatorie delle vie respiratorie e dei polmoni (Bai R. et al.). Gli studi in vitro, invece, hanno evidenziato degli effetti citotossici dovuti alle particelle di toner nei fibroplasti embrionali di topo (Dopp E. et al.).
Si è inoltre rilevato che l’accumulo di particelle di toner nel tessuto polmonare delle cavie sottoposte all’inalazione prolungata di elevate concentrazioni di toner è legato a polmoniti croniche e fibrosi.
Le polveri di toner sono cancerogene?
Per valutare le proprietà cancerogene di una sostanza, ci si basa sulle analisi epidemiologiche, sulla frequenza delle malattie tumorali in determinati gruppi professionali, sulle sperimentazioni con animali sottoposti ad agenti simili a quelli presenti nei posti di lavoro, sui dati sperimentali e sulle misurazioni delle sostanze presenti nell’aria ambiente.
Attualmente non esistono studi epidemiologici che indichino una relazione tra l’esposizione a polveri di toner e un maggiore rischio di tumori maligni delle vie respiratorie. In uno studio pilota sono state eseguite delle valutazioni dello stato ossidativo e della genotossicità su lavoratori che facevano uso di fotocopiatrici. I risultati evidenziano un’associazione tra la durata dell’esposizione professionale e i danni al DNA linfocitario rivelati al comet assay e la formazione di micronuclei nelle cellule della mucosa boccale (Kleinsorge et al.).
Gli studi in vivo con ratti e criceti sottoposti ad inalazione di polveri di toner non hanno fornito indizi relativi a potenziali effetti cancerogeni. Uno studio in vitro dell’Università di Friburgo in Brisgovia ha rivelato che le polveri di toner possono avere un effetto genotossico. Come possibili cause di questo effetto genotossico sono stati presi in considerazione metalli, leghe metalliche o idrocarburi aromatici policiclici (Gminski R. et al.). Gli autori sono giunti alla conclusione che occorre proseguire la ricerca per valutare la rilevanza di queste osservazioni in vitro rispetto all’esposizione professionale e non professionale alle polveri di toner.
L’istituto di patologia dell’Università di Rostock ha riportato il caso di un paziente morto di tumore ai polmoni. L’uomo lavorava come tecnico addetto alle stampanti e alle fotocopiatrici e nel tumore sono state ritrovate delle particelle di toner. Ciò evidenzia la necessità di approfondire gli studi sugli effetti cancerogeni delle particelle di toner. In questo caso particolare non è tuttavia possibile stabilire una relazione causale tra le emissioni di polvere di toner e il tumore polmonare.
Le polveri di toner non sono state classificate come sostanze cancerogene nell’elenco svizzero dei valori limite né da diverse commissioni internazionali (International Agency for Research on Cancer IARC; Deutsche Forschungsgemeinschaft DFG; American Conference of Industrial Hygienists ACGIH). Considerando i dati disponibili, tuttavia, non è possibile escludere in modo definitivo un effetto cancerogeno delle polveri di toner. Perciò, in caso di potenziale esposizione a queste sostanze, è importante applicare le misure preventive raccomandate dalla Suva e da altre istituzioni.
Risultati delle misurazioni
Per valutare i potenziali effetti nocivi delle polveri di toner, è importante analizzare le emissioni effettivamente liberate nelle operazioni di copia e di stampa. Queste emissioni dipendono non solo dalla composizione del materiale del toner, ma anche da numerosi altri fattori, come il tipo di cartuccia, la temperatura d’esercizio, la velocità di copia, la durata dell’utilizzo della fotocopiatrice e molti altri.
L’Istituto professionale per la sicurezza sul lavoro (ex BGIA), in Germania, ha effettuato misurazioni dettagliate durante il funzionamento di stampanti in bianco e nero e di stampanti a colori. Le misurazioni effettuate nei locali adibiti a ufficio hanno dimostrato che la concentrazione di polvere inalabile è tra 60 e 80 ?g/m3 circa, indipendentemente dal tipo di apparecchio in uso (stampante laser o fotocopiatrice). In Svizzera il valore limite di polvere inalabile è di 10 mg/m3 , mentre per le polveri in grado di penetrare negli alveoli polmonari è di 3 mg/m3 (dati aggiornati al 2013). Le misurazioni relative alle polveri di toner, cobalto e nichel hanno dimostrato che la concentrazione di polvere nella zona di respirazione dei lavoratori è inferiore a quella rilevata nell’aria esterna. Durante l’uso, le fotocopiatrici e le stampanti rilasciano nell’aria ambiente anche composti organici volatili (COV). Le concentrazioni misurate nell’aria ambiente rientrano quasi tutte nei valori dell’inquinamento di fondo a cui è soggetta la popolazione generale e non superano quindi le concentrazioni alle quali l’uomo è esposto attraverso l’ambiente. Pertanto, sono nettamente inferiori ai valori limite di esposizione professionale definiti per le varie sostanze.
Anche gli studi più recenti con monitoraggio biologico non hanno rilevato maggiori concentrazioni di metalli pesanti e componenti di solventi nell’organismo, neppure in caso di uso intenso di fotocopiatrici e stampanti laser.
Nel 2007, l’Università di Gießen ha pubblicato i primi risultati di uno studio pilota sulle possibili relazioni tra le emissioni delle apparecchiature da ufficio, in particolare le fotocopiatrici e le stampanti laser, e i danni per la salute negli impiegati d’ufficio (studio sui toner diretto dal Prof. Dr. V.H. Mersch-Sundermann). Lo studio ha evidenziato che all’accensione delle stampanti laser, per un breve lasso di tempo (pochi minuti), la concentrazione numerica delle particelle ultrafini può crescere in misura significativa.
L’istituto federale tedesco per la valutazione dei rischi, il quale ha commissionato la ricerca, conferma che i risultati delle misurazioni non fanno temere effetti negativi sulla salute degli impiegati d’ufficio per effetto dei composti organici volatili totali (COVT). Le concentrazioni di polvere rilevate sono infatti nettamente inferiori al valore limite di esposizione professionale.
Nel 2008, l’Università di Gießen ha pubblicato ulteriori risultati dello studio pilota. Le analisi hanno rivelato che le concentrazioni di COVT raggiungono un valore massimo di 330 ?g/m3 , senza differenze significative tra la fase di stampa e la fase di stand-by. In media, nessuna delle sostanze COV analizzate (benzolo, toluolo, etilbenzolo, propilbenzolo, xilolo o limonene) evidenzia sostanziali cambiamenti tra la prima e la seconda fase. Le concentrazioni in massa delle particelle ultrafini oscillano tra i 20 e i 230 ?g/m3 . Durante il processo di stampa, si osserva un incremento delle concentrazioni rispetto alla fase di stand-by. In particolare, è rilevabile un forte incremento delle concentrazioni numeriche delle particelle fini e ultrafini (0,01 – 1 ?m). In circa 2/3 dei locali adibiti ad ufficio si osserva un picco di emissione all’inizio del processo di stampa standard (burst iniziale), il quale induce, in parte, il moltiplicarsi delle concentrazioni numeriche delle particelle nell’aria ambiente. Il biomonitoraggio dei metalli (cadmio, cromo, nichel) non evidenzia una maggiore esposizione a queste sostanze. Nel complesso, la maggior parte dei parametri rientra nei livelli di concentrazione noti per i locali di abitazione. Pertanto, dal punto di vista quantitativo e tossicologico, non sono riscontrabili effetti significativi sull’igiene dei posti di lavoro o sulla salute dei lavoratori.
La Queensland University of Technology di Brisbane (Australia) ha pubblicato uno studio secondo il quale le stampanti laser possono essere fonte di particelle e aerosol ultrafini, con tassi di emissione che variano in base alla tipologia di apparecchio (Schripp T. et al.). Si tenga presente che non sono stati condotti studi medici. Nel rapporto finale pubblicato nel mese di dicembre 2011, Safe Work Australia (SWA) afferma che le emissioni delle stampanti laser sono costituite principalmente da composti organici volatili (COV) e semivolatili (SVOC) condensati in aerosol e ritiene che i possibili effetti sulla salute siano riconducibili più alle caratteristiche chimiche degli aerosol che alle caratteristiche fisiche delle particelle. Safe Work Australia conclude che i rischi per la salute derivanti dalle emissioni delle stampanti laser – fatta eccezione per i soggetti particolarmente sensibili – sono trascurabili.
L’emissione di particelle fini e ultrafini da parte delle stampanti laser è stata valutata in condizioni reali da Fiedler et al. I loro studi mostrano che nella pratica non è possibile ricostruire un quadro omogeneo dell’esposizione alle particelle nei locali con stampanti. Durante il processo di stampa si osserva un aumento della concentrazione numerica delle particelle nell’aria interna senza relazioni significative con le dimensioni del locale. La concentrazione numerica delle particelle torna solitamente a scendere pochi minuti dopo la stampa, in parte per la dispersione nell’aria ambiente e in parte per l’agglomerazione e la deposizione delle particelle. Gli studi hanno dimostrato che durante il funzionamento delle stampanti può essere emessa una significativa quantità di particelle fini e ultrafini ma che questa è piuttosto esigua rispetto alla concentrazione numerica delle particelle nell’aria esterna (davanti all’edificio), anche durante e dopo il processo di stampa.
3.3 Conseguenze per la salute
La letteratura scientifica riporta casi particolari e studi singoli relativi a disturbi causati dall’esposizione alla polvere di toner. Occasionalmente, nei lavoratori possono manifestarsi disturbi aspecifici, come prurito e irritazione cutanea, bruciore agli occhi, tosse, dispnea e mal di testa.
Nei casi in cui sono stati effettuati test di ipersensibilità per dimostrare una reazione allergica alle sostanze contenute nei toner o misurazioni della funzionalità polmonare, generalmente non sono state confermate allergie. I malesseri menzionati devono essere valutati nel singolo caso come reazioni di tipo irritativo, riconducibili a cattive condizioni di lavoro o ad un’ipersensibilità individuale delle mucose. Nella letteratura scientifica sono stati descritti casi singoli di allergie a carico delle vie respiratorie superiori (rinite allergica) e delle vie respiratorie inferiori (asma bronchiale).
I rapporti pubblicati nella letteratura non scientifica a proposito di disturbi frequenti e in parte gravi sono di solito scarsamente documentati (assenza di informazioni esaurienti su predisposizioni e malattie preesistenti, mancanza di accertamenti o valutazioni dell’igiene del lavoro). Le conclusioni degli autori si basano sulle descrizioni e sulle impressioni soggettive degli impiegati oppure sono state registrate solo retrospettivamente attraverso un questionario. Attualmente, questi rapporti non consentono di dedurre in generale una correlazione causale scientificamente ricostruibile tra l’esposizione alla polvere di toner e gli effetti sulla salute descritti. Ogni caso richiede una valutazione individuale.
Di recente una simile valutazione è stata effettuata dal Tribunale federale a cui è stato sottoposto il caso di un tecnico dell’assistenza che aveva sviluppato disturbi di natura bronchitica lavorando con le stampanti. Nella sentenza 8C_295/2012 del 15.04.2013 il Tribunale federale ha riconosciuto che i disturbi di salute riscontrati lavorando con le stampanti sono riconducibili con molta probabilità all’esposizione alle polveri di toner e ai vari spray e solventi impiegati sul posto di lavoro. Il Tribunale ha stabilito che non sussisteva una malattia professionale cronica (citazione della sentenza) dal momento che secondo i periti i sintomi di bronchite, descritti due anni dopo aver lasciato il posto di lavoro, non sono riconducibili all’esposizione durante il lavoro con le stampanti. Potrebbero piuttosto essere intervenuti altri fattori non correlati al lavoro.
Nel confronto con i soggetti non esposti, le analisi svolte su 600 dipendenti con oltre 20 anni di esposizione professionale (attività a contatto diretto con il toner nella produzione dello stesso, nella costruzione di fotocopiatrici e stampanti, nei lavori di manutenzione e riparazione su fotocopiatrici e stampanti) non hanno confermato alcuna correlazione rilevante tra l’esposizione al toner e le limitazioni della funzionalità polmonare (Nakadate). Allo stato attuale delle conoscenze, è poco probabile che l’esposizione alle emissioni di fotocopiatrici e stampanti laser provochi nell’uomo delle malattie polmonari interstiziali (affezioni a carico della struttura polmonare, ad esempio la pneumoconiosi).
Uno studio caso-controllo eseguito a Taiwan (Yang et al.) su 74 lavoratori esposti e 69 lavoratori non esposti non ha evidenziato una significativa associazione tra i disturbi acuti o cronici delle vie respiratorie e il lavoro con le fotocopiatrici.
Va nella stessa direzione uno studio caso-controllo svolto in Giappone su 809 soggetti esposti professionalmente alle polveri di toner e 805 soggetti non esposti. L’osservazione dei sintomi, i test di funzionalità polmonare, le analisi del sangue e i parametri biochimici non hanno rivelato differenze significative tra soggetti esposti e non esposti (Kitamura et al.).
Uno studio che ha coinvolto 33 000 addetti alla produzione di fotocopiatrici e al servizio clienti non ha rilevato un maggiore rischio di mortalità per neoplasia maligna, tumore ai polmoni, malattie delle vie respiratorie e dell’apparato cardiocircolatorio.
Tra il 2007 e il 2008, l’Università di Gießen ha condotto uno studio clinico su un gruppo di persone impiegate in uffici ((occhio è cambiato)) come integrazione dei risultati delle misurazioni (si veda il relativo paragrafo). Le ricerche hanno interessato 69 persone provenienti da quattro diversi complessi di uffici. Sono stati raffrontati i risultati ottenuti su 36 persone che accusavano disturbi correlati all’ambiente di lavoro, 7 che si definivano danneggiate dall’esposizione al toner e 26 senza disturbi correlati all’ambiente di lavoro. Gli esperti hanno ricercato indizi di allergie e di eventi infiammatori. È stato sottolineato che il metodo di selezione non permette di considerare rappresentativi i risultati poiché sono stati invitati a partecipare dei soggetti in situazioni acute. Le persone con disturbi della salute correlati all’ambiente di lavoro non presentavano un tasso più elevato di malattie preesistenti. Sulla base dei parametri selezionati (CRP, ossido di azoto nell’aria espirata, anticorpi allergici) non sono stati osservati segni di reazioni infiammatorie delle vie respiratorie, di un’infiammazione sistemica o di un’aumentata tendenza alle allergie nei dipendenti con disturbi correlati all’ambiente di lavoro. Invece, sono stati riscontrati segni di irritazione locale. Si è inoltre posto un interrogativo riguardo ad un’eventuale relazione di causa tra il manifestarsi di una maggiore sensibilità delle vie respiratorie e le emissioni liberate dalle stampanti.
Come committente dello studio, l’Istituto federale tedesco per la valutazione dei rischi ha ricordato che è difficile valutare se e in qual misura esista una correlazione tra i disturbi soggettivi, i parametri oggettivi e i valori di emissione e che, nel complesso, l’analisi clinica non indicherebbe specifici problemi di salute dovuti alle emissioni di toner. Questo studio pilota evidenzia che nelle persone impiegate in ufficio possono manifestarsi disturbi correlati all’ambiente di lavoro, ma questi disturbi possono avere le cause più disparate. Sulla scorta dello studio pilota non è possibile fare affermazioni sulla frequenza dei disturbi correlati all’ambiente di lavoro (gli autori confermano: «Il metodo di selezione non permette di considerare rappresentativi i risultati poiché sono stati invitati a partecipare dei soggetti in situazioni acute»). Dallo studio non emerge che i lavoratori con disturbi correlati all’ambiente di lavoro presentino segni di un’infiammazione delle vie respiratorie, di un’infiammazione sistemica o di più frequenti allergie.
Uno studio condotto dalla DGUV ha analizzato le eventuali conseguenze per la salute di brevi ma intense esposizioni alle emissioni prodotte da stampanti e fotocopiatrici [Seeger et al. 2014]. Durante lo studio sono stati osservati soltanto effetti di scarsa entità e di nessuna rilevanza statistica, che non destano alcuna preoccupazione dal punto di vista clinico e che non spiegano gli eventuali disturbi associati alle stampanti laser. Va sottolineato che i soggetti presi in considerazione per lo studio hanno dichiarato di essere particolarmente sensibili alle emissioni delle stampanti laser.
3.4 Conclusioni
I toner sono composti da materie termoplastiche (particelle polimeriche) nelle quali sono legati i pigmenti. I diametri delle particelle variano generalmente tra i 2 e i 10 ?m con valori medi di circa 5 ?m. Le polveri di toner sono quindi classificabili come polveri respirabili (in grado di penetrare negli alveoli polmonari). Le particelle polimeriche non sono solubili in soluzioni acquose e quindi persistono nei fluidi e nei tessuti biologici. Sotto l’aspetto biologico hanno un comportamento pressoché inerte. Le sperimentazioni su animali esposti a concentrazioni realistiche hanno dimostrato che la tossicità di queste sostanze è scarsa. Durante il funzionamento, le fotocopiatrici e le stampanti possono emettere COV, ozono e altre sostanze come composti dello stagno e metalli pesanti. Le concentrazioni misurate nell’aria ambiente si collocano tuttavia ben al di sotto dei valori limite di esposizione professionale attualmente in vigore. Le analisi con biomonitoraggio non rilevano indizi di una maggiore contaminazione interna da metalli pesanti/solventi nelle persone che hanno un contatto frequente con le stampanti laser e le fotocopiatrici sul posto di lavoro. Non è ancora chiaro quale peso vada attribuito all’emissione transitoria di particelle ultrafini per pochi minuti all’accensione delle stampanti laser.
I rapporti finora pubblicati indicano che le persone con un’iperreattività aspecifica nasale o bronchiale possono sviluppare sintomi come starnuti, muco nasale, tosse e disturbi respiratori. Generalmente, si tratta di reazioni aspecifiche di ipersensibilità dovute agli effetti irritativi delle emissioni. È possibile prevenire queste reazioni con una migliore igiene del posto di lavoro. La letteratura documenta solo pochissimi casi di allergie delle vie respiratorie provocate dai toner. Lo studio pilota condotto dall’Università di Gießen non rileva né reazioni infiammatorie delle vie respiratorie, né reazioni infiammatorie generali e non fornisce indizi di un aumento delle allergie nei lavoratori che riconducono i propri disturbi alle emissioni di toner. Nemmeno gli studi epidemiologici più recenti evidenziano differenze significative a livello di sintomi, test di funzionalità polmonare e mortalità tra i soggetti esposti alle polveri di toner e quelli non esposti.
Anche se i dati attualmente disponibili non permettono di trarre delle conclusioni definitive, non è escluso che le polveri di toner possano avere un effetto cancerogeno. Pertanto, è opportuno applicare le misure preventive raccomandate dalla Suva e da altre istituzioni.
I valori limite di esposizione professionale non costituiscono un limite sicuro tra le concentrazioni pericolose e quelle innocue. Perciò il rispetto dei valori limite non esclude che possano manifestarsi dei disturbi. Per i dipendenti esposti a determinate sostanze occorre quindi trovare delle soluzioni individuali, come una migliore ventilazione dell’ufficio o lo spostamento della stampante e/o della fotocopiatrice in un locale separato. Inoltre, soprattutto le stampanti e i toner di vecchia generazione dovrebbero essere sostituiti con apparecchi moderni a basse emissioni, sarebbe inoltre opportuno cambiare tipo di toner o sostituire la stampante laser con una moderna stampante a getto d’inchiostro (con certificazione di ecocompatibilità). In linea di massima, se si manifestano dei disturbi occorre verificare anche lo stato di manutenzione della fotocopiatrice. Se i disturbi persistono anche dopo avere adottato tutti i provvedimenti necessari, è bene eseguire ulteriori accertamenti relativi all’igiene del lavoro e/o consultare un medico del lavoro.
Quindi la domanda é:
Se questi studi sono stati fatti su toner originali e certificati, cosa posso fare i toner Compatibili cinesi che non hanno nessun controllo e certificazione?
https://dottorink.it/wp-content/uploads/2016/07/DANNI-DEL-TONER.jpg26902542paolohttps://dottorink.it/wp-content/uploads/2020/02/logo-dottorink-rigenerazione-toner-e-cartucce-300x88.pngpaolo2016-07-13 11:38:482016-07-13 15:23:44I toner sono dannosi e cancerogeni?
Dottor Ink distribuisce il Liquido Nanofixit, basato sullo studio della nanotecnologia dà la soluzione più innovativa ed efficace, assicurando una protezione per gli schermi dei nostri dispositivi ; che non è solo ultra resistente e antigraffio, ma anche anti-batterico, anti-radiazioni UV, idrorepellente e soprattuto invisibile. NanoFixIt titanium è un proteggi schermo liquido per smartphone, touch screen, macchine fotografiche, e qualsiasi altra superficie in vetro nei dispositivi elettronici.
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Il nuovo asfalto è realizzato con il 30% di materiali riciclati, e lo 0,5% è polvere di toner.
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In questo caso parliamo di un operazione che si può chiamare win-win. Non c’è differenza di costo non ci sono differenze di prestazioni, ed in più si ottiene il vantaggio di riciclare.
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La stampante Bricasso si ba
sa sul kit Lego Mindstorms EV3 accoppiato ad un sensore di colore; una volta scansionata l’immagine la stampante è poi in grado di riprodurla in mosaico utilizzando come tasselli i mattoncini più piccoli, quelli 1×1.
Ogni stampa realizzata da questa particolare stampante è costituita da 450 unità e viene realizzata in circa 20 minuti. Un progetto LEGO decisamente avanzato che dimostra come con un bel po’ di inventiva e pazienza sia possibile realizzare ogni tipo di dispositivo senza ricorrere ad attrezzatura particolarmente avanzata.
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Considerando l’inchiostro della stampante più costoso di alcol e sangue anche umano, non c’è da sorprendersi che molti studiosi sono a c accia di un’alternativa più economica.
Alcuni ricercatori dell’ Università del Missouri della Scienza e della Tecnologia hanno creato una stampante senza inchiostro che funziona perforando carta speciale con migliaia di fori microscopici.
Con questa stampante è possibile stampare qualsiasi foto anche i ricordi di una recente festa di compleanno. Però per poter verificare la perforatura eseguita dalla stampante occorre un microscopio.Basta vedere la foto a colori con il Logo del Missouro che misura solo un miliardesimo di metro di dimensione.
Questa stampante non funziona su normale carta per fotocopie ma utilizza un sottile materiale spesso solo 170 nanometri, costituita da due strati di argento separati da uno strato di silice in mezzo.
Le immagini sono prodotte da fori microscopici nella parte superiore dello strato d’argento e poi una luce splendente fa attivare una reazione chimica e la carta si colora. Variando la posizione, la densità e dimensioni di tutti quei piccoli fori, cambia anche il colore perchè la luce riflette in modi diversi.
I ricercatori sono stati in grado di affinare le dimensioni dei fori fino al punto di poter riprodurre oro, verde, arancio, magenta, ciano e colori blu navy. Al momento non sono arrivati a riprodurre un’immagine simile ad una foto professionale, ma è un inizio impressionante per quello che la tecnologia potrebbe essere in grado di fare
https://dottorink.it/wp-content/uploads/2015/06/1304204900663858606.jpg591946paolohttps://dottorink.it/wp-content/uploads/2020/02/logo-dottorink-rigenerazione-toner-e-cartucce-300x88.pngpaolo2015-06-27 07:39:502015-06-27 07:42:5127 Giugno 2015 - Una stampante che rende le immagini a colori con fori microscopici Piccoli
Uno studio condotto da Epson ha scoperto che ciascuno dei cinque principali Paesi europei perde circa 7 miliardi di € l’anno solo per “la gestione impropria delle stampanti” o una “scelta sbagliata” della tecnologia.
La studio afferma che “la gestione non corretta e tecnologie inadeguate” in materia di gestione e la tecnologia di stampa sono tra la causa principale delle perdite di circa 7 miliardi di euro (9,2 miliardi dollari) all’anno per le cinque maggiori nazioni europee: Italia, Spagna, Francia, Germania e Regno Unito.
Le cinque nazioni perdono circa 24 miliardi di euro (31,6 miliardi dollari) ogni anno “a causa della inadeguatezza e inefficienza delle tecnologie”. Epson ha notare che questo a sua volta ha “influenze negative sulla competitività e il lavoro “.
Lo studio è stato fatto su un campione di 1250 aziende con oltre 50 dipendenti, dove sono state evidenziate anche la “frustrazione dei dipendenti” per via delle continue interruzioni lavorative per gli inceppamenti della carta e problemi di manutenzione la velocità di stampa bassa e la “posizione centralizzata ” di stampanti, con i lavoratori che devono lasciare le loro scrivanie per recuperare le stampe.
Pensare che ogni lavoratore perde circa 14,7 minuti al giorno grazie alla tecnologia obsolete o inefficaci.
Questo studio sta portando Epson ha trovare soluzioni sempre più efficaci.
https://dottorink.it/wp-content/uploads/2013/04/logo-epson.jpg131386paolohttps://dottorink.it/wp-content/uploads/2020/02/logo-dottorink-rigenerazione-toner-e-cartucce-300x88.pngpaolo2014-08-29 17:02:042014-08-29 17:02:0429 Agosto 2014 – Le stampanti inappropriate fanno perdere 7 miliardi
Vi siete mai trovati fuori casa o fuori ufficio e con la necessità di stampare un documento urgente?
Cercando su internet possiamo trovare molte stampanti portatili ma alcune sono molto ingombranti, altre più piccole ma non posso stampare su un foglio in A4.
allora ecco una grande novità, prevista per gennaio 2015:
La stampante portatile è super compatta: è alta 10 centimetri, un diametro di 11,5 centimetri e un peso di appena 300 grammi. La piccola macchinetta integra delle rotelle e si muove sul foglio per stampare scritte e stampe in bianco e nero. In futuro, però, il dispositivo stamperà anche a colori.
La Pocket Printer, ovviamente, ha una batteria che garantisce un’autonomia di circa 1 ora e permette di stampare circa 1000 pagine.
https://dottorink.it/wp-content/uploads/2014/04/stampante-portatile-2.jpg296520paolohttps://dottorink.it/wp-content/uploads/2020/02/logo-dottorink-rigenerazione-toner-e-cartucce-300x88.pngpaolo2014-04-21 17:59:202014-04-21 18:01:00La stampante portatile più piccola al mondo
La Società “Agi?” è riuscita con una normale stampante, riempita con un inchiostro particolare a base di nanoparticelle d’argento, a stampare un normalissimo circuito elettrico.
Normalmente, un circuito elettrico viene realizzato utilizzando una sostanza che viene sinterizzata in un forno a circa 150 ° C per alcune ore. In questo caso la Agi? ha optato per un inchiostro che può subire sinterizzazione chimica per diventare conduttivo nello stesso momento in cui l’inchiostro viene essiccato per una reazione chimica sulla carta.
Con questa nuova tecnologia ancora in via di sperimentazione, è stato realizzato anche un aereo di carta che vola perfettamente
https://dottorink.it/wp-content/uploads/2020/02/logo-dottorink-rigenerazione-toner-e-cartucce-300x88.png00paolohttps://dottorink.it/wp-content/uploads/2020/02/logo-dottorink-rigenerazione-toner-e-cartucce-300x88.pngpaolo2014-03-12 19:04:482014-03-12 19:05:01La nuova tecnologia ink permette agli utenti di stampare circuiti direttamente a casa
Entro il 2018 è previsto un incremento nella vendita delle stampanti termiche pari a 11 miliardi di dollari
Un recente articolo su Reportlink intitolato Global Mobile Stampanti Market Forecast & Opportunities 2018 , discute la futura crescita del mercato della stampa mobile. Le previsioni dicono che raggiungerà un valore di 11,87 miliardi dollari (€ 8.710.000.000) entro il 2018 in tutto il mondo.
Il mercato delle stampanti termiche e portatili “venne alla luce nel 1985”, ma è dal 1990 che le macchine sono ampiamente disponibili e vengono utilizzati nella vendita al dettaglio, e nel trasporto trasporto
Le grandi industrie iniziarono ad utilizzare le macchine a matrice di punti, ma con “i vari progressi tecnologici”, sono poi passate al getto d’inchiostro per poi arrivare alle attuali macchine termiche, dove viene utilizzata una carta speciale termica
https://dottorink.it/wp-content/uploads/2020/02/logo-dottorink-rigenerazione-toner-e-cartucce-300x88.png00paolohttps://dottorink.it/wp-content/uploads/2020/02/logo-dottorink-rigenerazione-toner-e-cartucce-300x88.pngpaolo2014-01-20 12:06:492014-01-20 13:58:17Il mercato delle stampanti Termiche e delle stampanti portatili
I ricercatori della University of Cambridge hanno sviluppato un metodo per stampa cellule prese da occhi, sollevando speranze per la cura della cecità.
Questa potrebbe essere la strada da seguire nello sviluppo di una cura per la cecità con la produzione di innesti di tessuto artificiale di retina umana utilizzando una stampante a getto d’inchiostro.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista biofabrication, e afferma che i risultati mostrano che le cellule stampate rimangono sane e sono in grado di sopravvivere e crescere.
Il professor Keith Martin e Dr Barbara Lorber, co-autori dello studio da John van Geest Centro per la riparazione del cervello presso l’Università di Cambridge, ha dichiarato: “La perdita di cellule nervose della retina è una caratteristica di molte malattie oculari accecante. La retina è una struttura squisitamente organizzata in cui la disposizione precisa di cellule in relazione l’uno all’altro è fondamentale per un’efficace funzione visiva.
“Il nostro studio ha dimostrato, per la prima volta, che cellule derivate dal sistema nervoso centrale maturo, l’occhio, possono essere stampate utilizzando una stampante a getto d’inchiostro piezoelettrica. Anche se i nostri risultati sono preliminari ed è ancora necessario molto più lavoro, l’obiettivo è quello di sviluppare questa tecnologia per l’utilizzo nella riparazione della retina in futuro. ”
I ricercatori hanno utilizzato una stampante a getto d’inchiostro piezoelettrica che espellono cellule attraverso gli ugelli di diametro sub-millimetriche quando uno specifico impulso elettrico è stato applicato, utilizzando la tecnologia video ad alta velocità per registrare il processo di stampa in alta risoluzione per ottimizzare le proprie procedure.
Una serie di prove sono state eseguite su tutti i tipi di cellula stampate e si è scoperta la loro capacità di sopravvivere e crescere.
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Dottor Ink cartucce per stampanti a Rutigliano (Bari)
https://dottorink.it/wp-content/uploads/2020/02/logo-dottorink-rigenerazione-toner-e-cartucce-300x88.png00paolohttps://dottorink.it/wp-content/uploads/2020/02/logo-dottorink-rigenerazione-toner-e-cartucce-300x88.pngpaolo2013-12-23 08:54:302014-08-23 14:22:50Nuovo punto vendita Dottor Ink a Rutigliano
Operazione True type – Sequestrati toner e cartucce contraffatti
Circa 400.000 prodotti consumabili per stampanti e fax contraffatti e materiale utile per produrne altri seicentomila sono stati sottoposti a sequestro grazie ad un’operazione congiunta della Guardia di Finanza di Novara e di Borgomanero.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Novara, hanno consentito di individuare a Borgo Ticino un magazzino dove era stato ricreato un vero e proprio laboratorio clandestino per la realizzazione delle cartucce contraffatte.
Oltre ai prodotti “finiti” pronti per l’immissione in consumo, i finanzieri, hanno infatti trovato una serie di macchinari e di prodotti semilavorati utili a ricostruire ogni singola fase del processo produttivo: cartucce “anonime” pronte per essere confezionate, etichette, sigilli e ologrammi anticontraffazione falsificati e tutto il materiale (cliché di stampa, dime per il taglio delle scatole ecc…) necessario per produrre confezioni identiche alle originali.
Benché al momento dell’intervento non sia stato rinvenuto alcuno degli “addetti ai lavori”, grazie ad un certosino lavoro di analisi delle pochissime tracce documentali rinvenute, i finanzieri sono riusciti a ricostruire l’intera filiera di produzione e distribuzione.
L’organizzazione, dedita alla produzione ed alla commercializzazione di materiale di consumo per stampanti, fax e fotocopiatrici (toner e cartucce a getto d’inchiostro), operava attraverso un complesso ed articolato sistema di frode, attuato mediante l’utilizzo di un’impresa con sede in Lamezia Terme ed attiva nel settore della rigenerazione di cartucce e toner.
Grazie ad una capillare rete di raccolta, posta in essere sotto la copertura di un’attività formalmente lecita, il sodalizio criminale otteneva la disponibilità di quantitativi ingenti di “contenitori esausti” per poi rigenerarli ed inviarli tramite corriere espresso presso il laboratorio di Borgo Ticino.
Nel laboratorio si procedeva all’applicazione delle etichette, dei sigilli di garanzia e degli ologrammi anticontraffazione falsificati; il tutto veniva poi inscatolato in confezioni pressoché identiche alle originali, complete di fogli informativi, libretti di istruzione ed addirittura di materiale pubblicitario contraffatto.
Al fine di ostacolare la rintracciabilità del laboratorio le cartucce rigenerate venivano inviate tramite corriere indicando come destinatario del “semi lavorato” un’attività commerciale realmente esistente (operante nel settore della ristorazione con sede nella provincia di Varese) ma assolutamente estranea al sistema di frode e soprattutto non riconducibile in alcun modo a qualsiasi fase del ciclo produttivo.
Il ricorso al “fermo deposito” consentiva infine di procedere al ritiro dei colli direttamente presso la sede del corriere in modo pressoché anonimo e per ostacolare la possibile identificazione dei reali utilizzatori del magazzino, anche la disponibilità dei locali era stata occultata mediante il ricorso ad un prestanome.
Attraverso una società “filtro” le cartucce venivano quindi immesse in commercio come nuove ed originali ad un prezzo particolarmente competitivo rispetto a quello proposto dai fornitori ufficiali dei prodotti originali.
La frode è risultata così ben congeniata che i prodotti contraffatti sono addirittura arrivati ad inquinare le forniture di moltissimi uffici della Pubblica Amministrazione; infatti, fra gli ignari clienti della società cartiera, uno in particolare, approfittando dei prezzi particolarmente vantaggiosi, aveva effettuato ingenti acquisti ed operando attraverso il portale del mercato elettronico dedicato alla Pubblica Amministrazione, aveva attratto diversi clienti anche tra le procure e le forze dell’ordine che confrontando il prezzo proposto rispetto la concorrenza avevano operato la scelta senza esitazioni.
Il prodotto benché del tutto simile all’originale, non era in grado di assicurare ovviamente gli stessi standard qualitativi del prodotto genuino ma per non creare insoddisfazione nei clienti il “produttore” era solito sostituire i pezzi difettosi con altri “nuovi” contribuendo ulteriormente ad aumentare la fiducia nel prodotto commercializzato.
Proprio seguendo le tracce lasciate da questi resi è stato possibile ricostruire la filiera di distribuzione, ricollegare il tutto al laboratorio individuato nel novarese e sequestrare centinaia di migliaia di prodotti che erano stati distribuiti capillarmente tutto il territorio nazionale (ben 17 regioni sono state interessate dalle attività di sequestro).
“La piaga della contraffazione” – commenta il Comandante Provinciale delle Fiamme Gialle novaresi – “è un fenomeno che, soprattutto nei momenti di forte crisi economica, tende ad espandersi grazie alla capacità dei falsari di proporsi sul mercato con prezzi particolarmente aggressivi e prodotti il più delle volte esteriormente indistinguibili dagli originali.
A destare allarme è la crescente capacità di intervenire in qualsiasi settore merceologico (la gamma dei beni contraffatti si è estesa al punto tale che non esiste prodotto che non possa essere imitato) e su qualsiasi canale di vendita (da quelli più tradizionali alle vendite a distanza tramite internet).
In un momento in cui la capacità di spesa dei consumatori è sensibilmente contratta, è difficile non farsi tentare da ciò che può sembrare un buon affare, ma la merce contraffatta può diventare velocemente inutilizzabile ed inefficace quando non addirittura pericolosa perché generalmente prodotta senza il dovuto rispetto delle norme europee sulla salute e la sicurezza.
Inoltre la filiera produttiva legale, dove operano le aziende che creano i prodotti originali e si impegnano nei relativi investimenti in ricerca e innovazione, subisce importanti perdite nelle vendite e nei profitti, che non mancano di interessare anche l’indotto e si traducono alla fine in perdite di posti di lavoro.
I contraffattori operando necessariamente in nero, sottraggono importanti risorse anche alle entrate tributarie degli Stati trasferendo il “conto” ai cittadini che pagano le tasse e non va infine dimenticato che, comprando prodotti contraffatti, indirettamente, si supporta il crimine organizzato.”
La finanza scopre una maxi truffa da 20 milioni di euro di toner falsi, i Toner erano destinati alla fornitura di enti statali di tutta Italia.
La scoperta di questa maxi truffa è nata da un controllo doganale, dove all’interno di un pacco sono stati trovati una serie di ologrammi dei vari marchi OEM, che servivano per sigillare i prodotti rigenerati, il pacco è stato seguito per tutto il suo percorso fino ad arrivare all’acquirente. Qui si è appunto scoperto che tutti i prodotti erano destinati a rivenditori che avevano vinto le gare di appalto a diversi enti statali.
Il materiale era rigorosamente rigenerato, ma chiuso in scatole originali (contraffatte), e venduto all’ignaro acquirente come originale
I capi d’imputazione riguarderebbero, infatti, le accuse di truffa in commercio, falsificazione di marchi e segni distintivi di prodotti soggetti a marchio registrato, evasione dell’Iva, il tutto in associazione tra loro.
https://dottorink.it/wp-content/uploads/2020/02/logo-dottorink-rigenerazione-toner-e-cartucce-300x88.png00paolohttps://dottorink.it/wp-content/uploads/2020/02/logo-dottorink-rigenerazione-toner-e-cartucce-300x88.pngpaolo2013-07-05 08:24:272014-08-23 14:21:281 luglio 2013 - maxi sequestro di toner falsi a Perugia